In questo articolo parleremo del manga.
Cosa significa la parola “manga” e com’è nata questa espressione?
Da dove viene ?
Cos’è esattamente il manga?
Com’è nato?
Buona visione!
Cosa significa la parola manga?
Questa parola deriva da un’espressione giapponese del fine ‘800. Hokusai, artista giapponese (1760-1849), utilizzò questa parola per indicare i suoi disegni che considerava dei capricci. Egli disegnava tutto ciò che gli capitava davanti. Questi disegni venivano chiamati proprio da lui in quel modo quando, appunto, veniva preso dal capriccio di disegnare! La parola “manga” significa quindi “immagini capricciose”.
Da dove vengono i manga?
Come l’avrete intuito, i manga vengono dal Giappone. Tutto inizia alla fine del XIX secolo con l’importazione del tè dal Giappone. Cosa c’entra penserete?! Il tè veniva impacchettato in sacchi di iuta e come carta d’imballo venivano spesso utilizzate stampe malriuscite a colori o prove di stampa in bianco e nero della scuola di pittura Ukiyo-e. Ovviamente queste opere non potevano non capitare nelle mani di artisti europei e questo incontro influenzò diversi modi di dipingere, tra cui l’impressionismo.
Cosa sono i manga?
Oggi, i manga non sono più le “immagini capricciose” di una volta ma dei fumetti giapponesi con uno stile grafico particolare e facilmente riconoscibile. Ne esistono a colori ma diciamo che “la tradizione” vuole che siano in bianco e nero.
Da illustrazioni a fumetti
Sarà nel 1854, con l’apertura del Giappone con il mercato occidentale, che la cultura giapponese creerà legami con l’occidente. I giapponesi rimasero colpiti dalle riviste umoristiche illustrate, molto popolari nell’Europa e negli Stati Uniti dell’800. Nel 1862, nasce il Tokyo Punch, su imitazione del famoso settimanale Punch inglese. Su questa rivista, infatti, venivano pubblicate vignette satiriche chiamate appunto manga. Più tardi, in Europa, vennero importati alcuni fumetti americani e i Giapponesi scoprirono questa tecnica narrativa e illustrativa.
L’inizio del fumetto giapponese o manga
La produzione di manga iniziò nei primi anni del ‘900 fino al 1941, quando il Giappone entrò in guerra. In quel periodo furono disegnate centinaia di serie ma il vero boom del fumetto giapponese ebbe inizio alla fine del conflitto. Durante l’occupazione americana in Giappone, i soldati si erano portati dietro i fumetti di Topolino, Paperino e Braccio di ferro. Fu in quel periodo che Osamu Tezuka, famoso autore di Astroboy, disegnò le sue prime opere. A partire del 1963, l’artista giapponese produsse e realizzò molti disegni animati (eiga manga) ispirati ai fumetti americani. Così nacque il trasferimento dei fumetti dalla carta alla pellicola! Ricordiamoci però che i pionieri di questa arte furono Kitazawa Rakuten, che si ispirò ai modelli occidentali, e Takemoto Ippei, che portò invece avanti le stile grafico giapponese.
Varietà nel mondo dei manga
Immaginate bene che il mondo dei manga contiene un’infinità di storie diverse! Anzi, non sono soltanto le storie ad essere diverse tra loro ma anche i generi. Infatti essi sono divisi in vari generi principali che mirano a dei target ben precisi (anche se un manga potrebbe far parte al tempo stesso a vari generi e mirare a target diversi a seconda del contenuto):
adolescenti (per ragazzi)
– Shonen, (che si può tradurre con “ragazzo”) è la categoria di manga rivolta principalmente ad un pubblico maschile di età superiore agli undici o dodici anni fino ai sedici circa. Di solito, nei manga shonen il protagonista, un ragazzo il più delle volte tra i 16 e i 18 anni, deve fare un percorso per raggiungere un obiettivo in vista di una grande sfida finale. Spesso le storie comportano anche combattimenti e, fino a qualche tempo fa, erano prive, o quasi, di storie sentimentali. Alcuni famosi esempi sono: Dragon Ball di Akira Toryama, City Hunter di Tsukasa Hōjō, Saint Seiya di Masami Kurumada e Naruto di Masashi Kishimoto. Anche in questo caso, prima di essere raccolte in Tankobon, le storie vengono pubblicate su riviste, ovviamente diverse dalle storie shojo, come Weekly Shonen Magazine, Shonen Sekai, Weekly Shonen Sunday, Shonen Club o la famosissima Weekly Shonen Jump.
Adolescenti (per ragazze)
– Shojo, (traducibile con “ragazza”) indica un manga rivolto soprattutto ad un pubblico femminile di età compresa tra gli undici e sedici anni. Il più delle volte sono storie romantiche e adolescenziali che possono essere basate su temi sportivi, fantastici, magici, storici o di combattimento (ragazze dotate di poteri che combattono mostri). Ecco alcuni esempi famosi di manga shojo: Lady Oscar di Ryoko Ikeda, Sailor Moon di Naoko Takeuchi, Le situazioni di Lui e Lei di Masami Tsuda… Prima di pubblicarle ufficialmente e raccoglierle in volumi chiamati Tankobon, si pubblicano le storie su riviste dedicate come Shukan Margaret, Ciao, Princess e Seventeen.
Adulti e giovani adulti
– Seinen (Seinen: “giovane uomo”), più che una tipologia di manga, indica un target molto vasto che comprende il mondo degli adulti, giovane e meno. Questo “genere” può comprendere storie di vari tipi: commedia sentimentale, fantasy, thriller, storico… La differenza si trova praticamente nei contenuti narrativo e grafico che determinano il target e la tipologia. Alcuni esempi di manga di questo genere sono: Gantz di Hiroya Oku (fantascienza con alcuni scene erotiche e violenti), Vinland Saga di Makoto Yukimura, Erased di Kei Sanbe, Kokkoku di Seita Horio. Gli esempi sono veramente tanti.
– Josei (Josei: “donna”). Questa sotto-categoria mira ad un pubblico adulto femminile in cui i protagonisti, appunto donne o giovani donne, affrontano problemi quotidiani. Le caratteristiche dei personaggi sono più approfondite e i disegni sono più puliti per avere un aspetto più realistico dell’opera. Le storie Josei sono molto diffuse. Ecco un esempio: Paradise Kiss di Ai Yazawa.
– Hentai, è una tipologia a sé. Sono tutti i manga di tipo erotico e pornografico. Quindi se dovesse essere classificato andrebbe ovviamente tra quelli per adulti.
Bambini
– Kodomo, abbreviazione di Kodomuke, significa “destinata aia bambini”. Lo avrete capito, questa categoria è pensata appunto per i bambini fino agli undici anni di età circa. Lo stile grafico è molto semplice. Per facilitarne la lettura gli autori inseriscono, vicino agli ideogrammi, dei caratteri chiamati furigana. Alcune serie kodomo di grande successo sono Doraemon di Fujiko F. Fujio (pseudonoimo dei due artisti Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko) pubblicato sulla rivista per piccoli CoroCoro Comic) e Pururun! Shizuku-chan di Ritsuko Giba. Naturalmente mancano nel kodomo riferimenti espliciti ad argomenti come sesso e morte.
Le “sotto-categorie” dei manga
La classifica dei manga è abbastanza ramificata. In effetti, i generi principali possono essere suddivisi in tipologie. Un esempio semplice: i manga per ragazzi, quindi i shonen potrebbero, per esempio, essere suddivisi in storie di avventura, mecha, sportivo, combattimento… La stessa cosa potrebbe succedere per i seinen, i manga per giovani adulti.
Quindi la classifica di un manga si fa molto attraverso il suo contenuto, prima di tutto se è per adulti, ragazzi, ragazze o bambini, poi, a seconda di cosa tratta la storia, se è di tipo mecha, combattimento, sportivo o altro…
Mecha
E’ una sotto-categoria, che si può inserire nel genere shonen. Riguarda tutte le storie incentrate sui robot: storie futuristiche in cui esistono nuove tecnologie oppure semplicemente di combattimento in cui vi sono soggetti/dispositivi robotici pilotati o meno. Il primo manga tra tutti è Tetsujin 28-go del 1956 di Mitsuteru Yokoyama. La serie, in bianco e nero, andò in onda per la prima volta nel 1963. Altri esempi famosi creati fino ad oggi sono: Astroganga di Tetsushisa Suzukawa del 1972, il primo a colori della tipologia Mecha! Sempre nel 1972, Mazinga Z di Gō Nagai (Kiyoshhi Nagai), nel 1982 l’anime Macross di Shōji Kawamori. Negli anni ’90 abbiamo Brave Exkaiser diretto da Katsuyoshi Yatabe e Fight! Super Robot Liteform Transformers: zone di Masumi Kaneda (storia) e Ban Magami (disegni), nel 1995 Neon Genesis Evangelion serie animata creata dallo studio Gainax, sceneggiata e diretta da Hideaki Anno, nel 2004 Godannar di Yasuchika Nagaoka.
Il primo manga in cui appare un personaggio robotico è Astro Boy di Yasuchika Nagaoka, nel 1952, non classificabile però in questa categoria.
Commedia
Aniparo (Anime Parody) è una sotto-categoria utilizzata per la maggior parte nei Kodomo oppure in sketch comici shonen e shojo. Si tratta di uno stile particolare e accattivante per i bambini il cui tratto è spesso e i personaggi sono deformati o bizzarri. Ecco alcuni esempi di questa sotto-categoria: Nekomajin (1999) di Akira Toriyama, una parodia della serie più famosa dell’autore, Dragon Ball; Gintama (2003) di Hideaki Sorachi; Bobobo-bo Bo-bobo (2001) di Yoshio Sawai.
Cyberpunk
Lo stile cyberpunk nasce negli anni ottanta. Questo genere di manga (o altro tipo di arte) si basa su storie fantascientifiche, ambientate in un futuro non lontano, spesso drammatiche, che vedono il mondo in piena decadenza dovuto all’uso eccessivo della tecnologia. Di solito si classifica questa sotto-categoria nei seinen ma è possibile trovarla anche tra i shonen. Alcuni esempi sono Akira (1982) di Katsuhiro Ōtomo e Ghost in the Shell (1991) di Masamune Shirow.
Fantasy (Kodomo)
Questa sotto-categoria nei kodomo si basa su storie e personaggi fantastici. Lo stile grafico è semplice e le storie facili da capire adatte per un pubblico giovanissimo. Un esempio famoso è Doraemon (1969) di Fujiko F. Fujio.
Fantasy (shonen)
La categoria forse più diffusa nell’arte fumettistica giapponese. Le storie sono spesse ambientate in universi paralleli o sulla Terra senza riferimenti precisi a città o nazioni reali. Il protagonista parte all’avventura durante la quale incontrerà degli amici manche dei nemici che dovrà combattere. Esempi ormai conosciuti sono: Dragon Ball (1984) di Akira Toriyama, Saint Seiya di Masami Kurumada e Naruto (1999) di Masashi Kishimoto o ancora One Piece (1997) di Eiichirō Oda.
Gore
E’ una sotto-categoria seinen che rappresenta scene violenti. Spesso sono storie fantasy in cui si vedono parti di corpi mutilati, sangue o interiora. Esempi di storie famosissime sono Berserk (1989) di Kentarō Miura, Gantz (2000) di Hiroya Oku o Battle Royale (2000) di Koushun Takami.
Maho Shojo
Una sotto-categoria dello Shojo in cui i protagonisti sono spesso delle ragazze/maghe con ovviamente poteri magici in un mondo fantasy. In queste storie si mescolano alla magia anche le storie sentimentali dei personaggi. Famosissimi esempi sono L’incantevole Creamy (1983) di Osamu Kobayashi e Sailor Moon (1991) di Naoko Takeuchi.
Meitantei
Questa parola significa investigatore/detective. Questo tipo di manga è tipico dei shonen. Le storie, spesso brevi, girano intorno ad un investigatore o ladro che cerca di portare a termine un caso. Sono storie abbastanza realistiche, nel senso che le storie create rispecchiano dei fatti che potrebbero accadere nella realtà, in cui si mescolano anche l’umorismo ed eventuali sentimenti amorosi tra i personaggi. Lo stile grafico è tipico dei shonen, abbastanza semplice ma non troppo. Alcuni esempi sono Detective Conan (1994) di Gōshō Aoyama, Occhi di gatto (1981) Tsukasa Hōjō e Lupin III (1967) di Monkey Punch, pseudonimo di Kazuhiko Katō.
Spokon
Le storie di questa sotto-categoria girano intorno al tema sportivo. Le storie hanno spesso momenti comici ma anche seri, mostrano l’impegno dei protagonisti nella disciplina sportiva messa in primo piano e sono quasi sempre storie ambientate in Giappone (o nel mondo) in città realmente esistenti. Gli sport presi più di mira sono vari ma in genere sono il calcio, la pallavolo, il baseball e il pugilato. Famose storie di questo sotto-genere sono Capitan Tsubasa (Holly e Benji) (1981) di Yōichi Takahashi, Hajime No Ippo (1990) di George Morikawa, Haikyu!! (2012) di Haruichi Furudate e Ashita no Joe (1968) di Asao Takamori e Tetsuya Chiba.
Lo avrete capito il mondo del fumetto giapponese è molto vasto! Le categorie e sotto-categorie saranno sicuramente di più ma sarebbe un lavoro molto lungo elencarle e analizzarle tutte. Ogni storia ha le sue caratteristiche e può essere classificata contemporaneamente in generi diversi.