In questo articolo vorrei affrontare il tema dello sport di combattimento, precisamente del pugilato (o della boxe), nel mondo dell’arte. Buona visione!
L’arte della boxe e le sue rappresentazioni
Lo scopo di questo articolo non è quello di farvi vedere scene di guerra o di battaglie perché ne troverete in enorme quantità su internet. Non parlerò neanche della nascita del “combattimento puro” perché possiamo dire, in questo caso, che è sempre esistito, sin dalla preistoria! Scopriremo da dove deriva il pugilato, quando nasce particolarmente questa disciplina e quale uso ne facevano i nostri antenati. In campo artistico: dalla pittura alla scultura, scopriremo famose opere create nell’antichità, fino ai giorni nostri!
Lo sport di combattimento nell’antico Egitto
Scene di attività sportive, per la maggior parte legate ai giochi di combattimento, datano di circa 2500 anni a.C! Ma chissà forse ne esistono altre ben più antiche…
Per esempio, questo dipinto su calcare, ritrovato in una tomba sconosciuta nella necropoli di Saqqara, rappresenta una scena di combattimento sportivo a bordo di barche su un corso d’acqua coperto di ninfee. I lottatori usano aste lunghe che servono a far cadere l’avversario. I corpi sono atletici e la scena vivace e realistica. Le pose sono varie: un uomo caduto in acqua, uno in un movimento di slancio che sta per colpire e un altro ancora in posa equilibrata con l’asta in mano mentre blocca la gamba di un avversario. Oltre a tutto questo movimento, i personaggi sono accompagnati da iscrizioni geroglifiche, un po’ come in un fumetto, che descrivono le loro esclamazioni: “Colpiscilo alla schiena!” “Spezzagli la gamba!”. Tutti questi elementi compongono una scena molto dinamica. Insomma, come possiamo capire da questo dipinto, lo sport (anche quelli sull’acqua appunto) sono molto antichi!
La boxe nell’antica Grecia
La pittura
L’arte del pugilato è una disciplina antichissima. Una delle prime tracce di questo sport si trova nell’Iliade (VIII sec. a.C) “in cui si sfidano Epeo ed Eurialo” ma molto probabilmente uno sport di combattimento simile esisteva già in tempi ancora più lontani. Sicuramente, il pugilato nacque in Grecia a partire dalle civiltà minoica e micenea, sotto il nome di pýx o pygmḗ – pugme. Secondo Lucio Flavio Filostrato (scrittore antico greco), la pigmachia (in greco πυμαχία pygmachía, in latino pugilātus) si era sviluppata originariamente nella polis di Sparta, dove essa serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie.
L’immagine qui sopra è un affresco presente nel palazzo di Cnosso, sull’isola di Creta (Grecia). Quest’ultimo rappresenta due giovani pugili (notare che già nell’antica Grecia usavano i guantoni). Gli sport/giochi di combattimento erano frequenti nell’antichità. La pelle scura indica il loro sesso e il ragazzo sulla sinistra indossa gioielli (bracciali, collane) che indicano uno statuto sociale più elevato rispetto a quello sulla destra.
Per questo sport, le antiche Olimpiadi erano la manifestazione più importante per i combattenti perché il vincitore spesso poteva godere di alta considerazione da parte del popolo e a volte di migliorare anche la propria condizione sociale!
La scultura
Se parliamo di pugilato non possiamo assolutamente non parlare di questa eccezionale opera d’arte ellenistica in bronzo: il pugile delle terme. Ciò che colpisce tantissimo in questa opera, oltre alla naturalezza della posa, è la ricchezza dei dettagli: i “guantoni” che in realtà sono delle strisce di cuoio, che coprivano gli avambracci e le mani alle quali aggiungevano un elemento di piombo (vi lascio immaginare la violenza del combattimento), le gocce di sangue sul corpo fatte con il rame, le orecchie deformate come la maggior parte dei pugili, l’ematoma sotto l’occhio sinistro, l’espressione molto forte del volto, la torsione del corpo… Tutti elementi che creano un’atmosfera molto tesa intorno a questo pugile.
fonte: wikipedia
La boxe era uno sport molto praticato in ambito etrusco-italico e successivamente anche a Roma. Questo sport fu introdotto nelle gare di Olimpia nel 688 a.C. Molto probabilmente però a quell’epoca le regole erano diverse.
L’arte della boxe non ha spazio nel Medioevo
Nel medioevo però l’interesse per una pratica come il pugilato muore, o almeno diminuisce drasticamente. I principali spettacoli erano rappresentati soprattutto da giochi di combattimento a cavallo, ai quali vi partecipavano i cavalieri e i nobili! Spesso però si rischiava di morire durante questi duelli.
Questa illustrazione su pergamena del Codex Manesse o Codice Manessiano (il più ricco e famoso canzoniere medievale in lingua tedesca) rappresenta i giochi di combattimento che si praticavano nel medioevo. Questo gioco, chiamato giostra, era uno sport praticato dai cavalieri, ricchi e alcuni meno, durante i tornei e assumeva la forma di un duello armato a cavallo. Durante i periodi di pace i cavalieri erano tenuti ad allenarsi per essere pronti in qualsiasi momento a difendere il paese in caso di guerra! Così i cavalieri, ai quali queste attività erano riservate soltanto a loro, combattevano davanti agli aristocratici per ottenere il premio: oro e onore. Ovviamente il popolo appartenente al ceto comune assisteva invece alla manifestazione nettamente separati dai nobili.
La boxe, la noble art, nel XVII secolo
Finiti i tempi dei cavalieri, lo sport di combattimento doveva in qualche modo sopravvivere! Ecco che nell’età moderna, all’inizio del ‘700, “nascono” le basi della noble art (la nobile arte). E’ proprio in Inghilterra che questa disciplina si sviluppa. Le regole erano ben diverse e quella boxe assomigliava più ad un’arte marziale che allo sport che conosciamo oggi. Infatti si poteva scagliare l’avversario a terra e i colpi a terra erano autorizzati, non c’era un ring vero e proprio e non usavano guantoni.
Anche se non può essere considerato un pugile moderno (all’epoca si usavano armi durante i combattimenti), James Figg è comunque riconosciuto come il primo ad avere buttato i rudimenti di questa disciplina. Nel 1719, lo stesso Figg si proclama campione della nazione (all’epoca il titolo di campione di Inghilterra corrispondeva al titolo di campione del mondo) dopo 15 incontri in tutta la sua carriera.
Apre, nello stesso anno, la sua scuola dedicata unicamente al pugilato. Nel 1733 parte in Francia dove insegnerà questo sport e a partire dal 1767 cominciano a disputarsi anche lì i primi combattimenti di boxe moderna. Nel 1736 J. Figg si ritira imbattuto.
Ecco un altro esempio della boxe nell’arte con il ritratto di Jack Broughton considerato il pioniere di questo sport. E’ stato uno dei migliori allievi della scuola di J. Figg ed è stato anche campione di Inghilterra dal 1730 al 1750. Nel 1741 accetta la sfida di George Stevenson che considerava un suo amico. Un mese dopo l’incontro, Stevenson muore dalle ferite subite durante l’incontro ed è così che nel 1743 J. Broughton pubblica le prime regole della boxe moderna, le London Prize Ring Rules, utilizzate per più di cento anni con qualche modifica nel 1838 e 1853, fino al 1889 (l’anno dell’ultimo incontro senza guantoni)! Infatti nel 1886 il governo inglese proibisce gli incontri pugilistici (sicuramente per la loro violenza) ed è così che, appunto, nel 1889, il marchese di Queensberry trova un modo per salvare questa disciplina cambiando alcune regole: rivestire il pugno con un’imbottitura, dividere le riprese in tre minuti ciascuna con un riposo di un minuto e stabilisce che se il pugile non si fosse rialzato dopo dieci secondi sarebbe stato dichiarato sconfitto per knock out. Nel 1890 nascono le categorie di peso per rendere i combattimenti più equilibrati.
La boxe come arte e sport di combattimento vero e proprio con delle regole ben precise sta nascendo!
La crescita della boxe negli U.S.A
Il fine ottocento
Nel 1882, il punto d’interesse della boxe a livello mondiale si sposta definitivamente dall’Inghilterra agli Stati Uniti d’America quando John Lawrence Sullivan vince contro il campione Paddy Ryan, un irlandese emigrato negli U.S.A rubandogli così il titolo. J.L. Sullivan è stato l’ultimo campione di pugilato a pugni nudi.
Nonostante la sua vittoria contro P. Ryan nel 1882, J. L. Sullivan viene riconosciuto unanimemente primo campione del mondo dell’era moderna battendo Dominick McCaffrey nel 1885. Rimarrà campione fino al 1892 quando perderà il suo incontro con James Corbett.
Il novecento
Nei primi decenni del ‘900 l’arte delle boxe conquista una grande importanza sia per il pubblico che per le stampe dei giornali.
Questa disciplina non attira soltanto il pubblico che vuole scommettere ma anche artisti che si appassionano e dipingono scene di boxe. E’ il caso di Thomas Eakins e George Wesley Bellows che rappresentano nella loro arte diverse scene di pugilato.
fonte: Thomas Eakins
fonte: George Bellows
Nelle opere di G. Bellows dedicate alla boxe, l’atmosfera è molto oscura. I volti dei pugili non sono definiti però si capisce la loro espressione: quella di una sofferenza di un combattimento che sembra non finire più. La luce è centrata sui fighters lasciando il pubblico nel buio, nell’oscurità con facce piuttosto preoccupanti, come se G. Bellows volesse rappresentare l’altra faccia dell’essere umano, della società, del mondo delle scommesse e dei night club.
fonte: George Bellows
Molto spesso i volti degli spettatori sono senza espressione o pieni di malvagità, altre volte anche quasi cancellati, quasi scheletrici. Alcuni ricchi strillano e ridono per spingere i lottatori nei loro ultimi sforzi per vincere le loro scommesse. Tutto ciò rappresentato con pennellate dure, lavorate con molto spessore soprattutto sui pugili, simbolo dei loro sforzi in modo da dare vita e dinamismo alla scena, e veloci, meno precise e meno colorate nello sfondo, come per dividere i due mondi: il ring e il pubblico in delirio.
fonte: George Bellows
C’è però una distinzione negli spettatori anche se si trovano quasi tutti nell’ombra: la differenza tra i ricchi e i poveri. I primi si godono palesemente lo spettacolo, sorridendo, come per apprezzare la violenza dello spettacolo, con tinte fredde e volti disumani, quasi a rappresentare la morte; i secondi invece, probabilmente alcuni saranno allenatori o assistenti, sono preoccupati, più espressivi, pieni di vita con colori caldi (rosa, rosso, ocra…).
fonte: George Bellows
fonte: George Bellows
L’arte della boxe e i suoi campioni
I pesi massimi
Instaurate ormai le nuove regole del pugilato (guantoni obbligatori, 3 minuti per ogni round e altre regole), il primo campione del mondo con le mani coperte dai guantoni è James Corbett che sconfigge J. Sullivan. Da allora, la boxe come disciplina si perfeziona sempre di più: allenamenti particolari, tecnica, resistenza e non solo potenza… Campioni più forti e più bravi l’uno dell’altro si succedono dopo J. Corbett: Bob Fitzimmons (1897); James Jeffries (1899); Marvin Hart (1905); Tommy Burns (1906); Jack Johnson (1908);
Nel 1908, Jack Johnson diventa il primo campione del mondo di pugilato afroamericano fino al 1915. Il suo combattimento, nel 1910, la “lotta del secolo”, contro James Jackson Jeffries, gli permette di essere ricordato come una leggenda nell’arte della boxe.
Jess Willard (1915); Jack Dempsey (1919);
fonte: George Bellows
In questo dipinto invece lo stile cambia: le pennellate sono più “curate”, il pubblico ha più vita, la scena è più luminosa. Ma una cosa non cambia: il volto sei personaggi. Gli occhi sono scuri come se fossero vuoti, alcuni sembrano non avere la pupilla e ciò rende ai personaggi un aspetto inquietante, quasi extraterrestre. Le figure sembrano manichini viventi che, da un lato, sembrano appunto di aver perso la loro vitalità se non fosse per il colore della pelle.
Gene Tunney (1926); Jack Sharkey (1929 e poi nel 1932); Max Schmeling (1930);
Nel 1931, Rudolf Belling realizza questa scultura in plastica del campione del mondo tedesco Max Schmeling nella sua tipica posa di combattimento.
Primo Carnera (1933);
La boxe nell’arte non ha limiti. Ecco un esempio di un bellissimo ritratto di Primo Carnera, pugile italiano e campione del mondo nel 1933!
Max Baer (1934); James Braddock; (1935-1937); Joe Louis (1937-1949);
fonte: Betsy Graves Reyneau
Uno dei più grandi campioni di pugilato della storia di questo sport è Joe Louis. Dopo essersi fatto strada eliminando tanti avversari, nel 1936, perde contro Max Schmeling (non più campione, in quel momento era Braddock). Un colpo duro per lui ma, molto determinato, nel 1937 Louis diventa campione, battendo appunto Braddock, fino al 1949. Un anno dopo aver preso la corona mondiale di pugilato, Louis ottiene la sua rivincita contro Schmeling: un incontro durato appena 2 minuti e 4 secondi. Una vittoria del pugile tedesco contro Louis avrebbe dimostra la supremazia della Germania nazista dell’epoca. Ma non è stato così.
Ezzard Charles (1949-1950/1950-1951); Lee Savold (1950); Jersey Joe Walcott (1951-1952); Rocky Marciano (1952-1956);
Floyd Patterson (1956-1959 e 1960-1962);
Ingemar Johansson (1959-1960); Sonny Liston (1962-1964); Muhammd Ali (1964-1967 / 1969-1969 / 1974-1978 / 1978-1979);
Cassius Marcellus Clay (Muhammad Ali) ha vinto ben tre volte il titolo mondiale. I vari titoli vinti in precedenza gli sono stati tolti soprattutto perché aveva rifiutato di prestare servizio militare nella guerra in Vietnam. Ex pugile carismatico, egli è stato anche molto attivo in politica.
Joe Frazier, Larry Holmes, George Foreman, Lennox Lewis, Roy jones Jr (in 4 categorie di peso!), Mike Tyson, Evander Holyfield, i fratelli Klitschko, David Haye, Antony Joshua, sono alcuni grandi nomi dell’arte della boxe nei pesi massimi! Ce ne sono altri ma la lista sarebbe veramente lunga!
I pesi medi e mediomassimi
Alcuni grandissimi campioni del mondo di questa categoria che possiamo nominare sono:
Alfredo (Fred) Apostoli (1937-1939); Ray sugar Robinson;
fonte: Wikipedia
Sugar Ray Robinson, campione dei pesi welter dal 1946 al 1951; pesi medi 1951; si ritira nel 1952 per la prima volta ma rientra nel 1955 e riconquista subito il titolo; pesi medi 1957 e 1958.
Jake LaMotta campione dei pesi medi 1949-1951, il più grande rivale di Ray “sugar” Robinson.
fonte: Philip Halling
Randolph Turpin, campione nel 1951 dopo aver battuto Ray Robinson. Perde il titolo due mesi dopo contro lo stesso Robinson.
Altre categorie di peso
Nell’arte della boxe, i pesi massimi hanno sempre avuto più fascino rispetto alle altre categorie ma, da anni ormai, anche le categorie più leggere attirano spettatori e appassionati di pugilato! Citiamo qui solo alcuni grandi nomi di altre categorie di peso più leggere:
Nino Benvenuti (1967 / 1968-1970); Marvin Hagler, Tommy Hearns, Sugar Ray Leonard (campione di vari titoli mondiali in varie categorie di peso, 1979-1989), Roy Jones Junior (campione anche lui in varie categorie dal 1993 al 2004); Floyd Mayweather Jr.;
Dal 1998 al 2015 Floyd Mayweather Jr. ha vinto vari titoli mondiali in diverse categorie di peso senza nessuna sconfitta né pareggi. Soltanto vittorie!
Manny Pacquiao;
Manny Pacquiao è uno dei più grandi pugili in assoluto. Dal 1998 ad oggi (2019) ha vinto diversi titoli mondiali dalla categoria mosca a quella superwelter!
Oscar de la Hoya, campione statunitense di origini messicane, vince vari titoli mondiali in diverse categorie di peso anche lui (1994-2007);
Arturo Gatti;
A. Gatti è stato, anche lui, campione di vari titoli mondiali in tre categorie diverse di peso. Uno dei migliori pugili italiani.
I campioni italiani
Anche l’Italia ha avuto i suoi campioni del mondo e non pochi!
Il già citato in precedenza Primo Carnera nel 1933 campione NBA e NYSAC, IBU nei pesi massimi;
Francesco Damiani campione WBO dal 1989 al 1991 nei pesi massimi;
Massimiliano Duran campione WBC nel 1990 nei pesi mediomassimi;
Giacobbe Fragomeni campione WBC nel 2008 nei pesi mediomassimi;
Silvio Branco campione WBA nel 2003 e nel 2006 nei pesi massimi leggeri;
Giovanni “Nino” Benvenuti campione WBC e WBA nel 1965-1966 nei pesi supermedi e nel 1967 e 1968-1970 nei pesi medi;
Mauro Galvano campione WBC nel 1990 nei pesi supermedi;
Vincenzo Nardiello campione WBC nel 1996 nei pesi supermedi;
Cristian Sanavia campione WBC nel 2004 nei pesi supermedi;
Giovanni De Carolis campione WBA nel 2016 nei pesi supermedi;
Vito Antuofermo campione WBC e WBA 1979-1980 nei pesi medi;
Patrizio Sumbu Kalambay campione WBA dal 1987 al 1989 nei pesi medi;
Gianfranco Rosi campione WBC nel 1987-1988 e IBF nel 1989 nei pesi superwelter;
Sandro Mazzinghi campione WBA nel 1963-1965 e WBC nel 1968 nei pesi superwelter;
Carmelo Bossi campione WBA nel 1970-1971 nei pesi superwelter;
Rocky Mattioli campione WBC nel 1977-1979 nei pesi superwelter;
Giovanni Parisi campione WBO nel 1992 nei pesi leggeri e nel 1996 nei pesi superwelter;
Samuel Lazzaro, meglio conosciuto come Joe Dundee, campione del mondo dal 1927 al 1929 nei pesi welter;
Michele Piccirillo campione IBF nel 2002-2003 nei pesi welter;
Duilio Loi campione del mondo nel 1962-1963 nei pesi superleggeri;
Sandro Lopopolo campione WBA nel 1966-1967 nei pesi superleggeri;
Bruno Arcari, campione WBC dal 1970 al 1974 nei superleggeri;
Patrizio Oliva campione WBA nel 1986-1987 nei pesi superleggeri;
Stefano Zoff campione WBA nel 1999 nei pesi superleggeri;
Emiliano Marsili campione IBO nel 2012 nei pesi leggeri;
Arturo Gatti campione IBF nel 1995 nei pesi superpiuma, WBC nel 2004 nei pesi superleggeri e IBA nel 2006 nei pesi welter;
Maurizio Stecca campione WBO nel 1989 e nel 1991 nei pesi piuma;
Loris Stecca campione WBA nel 1984 nei pesi supergallo;
Valerio Nati campione WBO nel 1989 nei pesi supergallo;
Mario D’Agata campione del mondo nel 1956 nei pesi gallo;
Salvatore Burruni campione WBA e WBC nel 1965 nei pesi mosca;
Franco Udella campione WBC nel 1975 nei pesi mosca leggeri;
La boxe, come abbiamo visto in questo articolo ha una vera e propria storia ed evoluzione. Come altri sport, il pugilato è cambiato: le regole sono state cambiate diverse volte, c’è stata l’aggiunta dei guantoni, la suddivisione del combattimento in vari round e poi piano piano il crescente interesse del pubblico che ha portato ad una crescita economica per gli atleti.
La boxe è una disciplina, la boxe è uno spettacolo, la boxe è arte!